Cap. VIII Wamba, tra i Samburu
Ad un
certo punto la "strada" fu tutto un sobbalzo: buche, pietre, dossi e
tanta, tantissima polvere, ma fummo ripagati dal poter osservare zebre,
antilopi, babbuini e facoceri correrci a fianco e persone in marcia, i Samburu,
una tribù di pastori nomadi, ancora fortemente legata alle tradizioni.
Erano avvolti da vesti rosso sgargianti; le donne erano ornate da diversi
strati di collanine multicolori e gli uomini armati di lunghi bastoni e lance
affilate, e marciavano in silenzio sotto il sole. Nonostante il peso dei loro
fardelli, le donne camminavano elegantemente con postura eretta e fiera.
Riuscimmo a fotografare alcuni di loro, ma molti non volevano essere ripresi,
perché timorosi che gli si "rubasse l'anima," come vuole la loro
credenza. Altri volevano denaro in cambio di una fotografia e le tariffe erano
piuttosto altine: se l'offerta non li soddisfaceva, era un secco no. Ricordo
che una di loro ci ributtò indietro i soldi con sprezzo, mentre altre
scappavano imprecando nella loro, per fortuna, incomprensibile lingua.
Andrea Moiraghi