venerdì 26 agosto 2016

Pole Pole 133







                   Cap. V    Kahawa, caffè amaro


Le paurose condizioni igieniche fanno si che la terra sia habitat di una grande varietà di parassiti, fra cui la “gigas” o pulce penetrante, scientificamente Tunga Penetrans. Predilige il piede, e precisamente le dita; perfora la cute e si adagia nel derma dove produce uova. Il primo anno che mi recai a Soweto riportai a casa il simpatico animaletto in un dito del piede e lo dovetti asportare con un bisturi, attendendo poi due settimane per la guarigione, peraltro indolore. 

Andrea Moiraghi

giovedì 18 agosto 2016

Pole Pole 132





                   Cap. V    Kahawa, caffè amaro



Poco lontano dal dispensario si estende la baraccopoli di Soweto. Un chilometro quadrato dove la terra è tutt’uno con le baracche fatte di paglia e fango sormontate da un malandato tetto di lamiera; strettamente addossate le une alle altre, lasciano a malapena un angusto passaggio occupato peraltro da un canalicolo si scolo delle acque e dei liquami; all’interno il pavimento è costituito dalla nuda terra dove al centro invariabilmente si trova un improvvisato braciere per cuocere le vivande.

Andrea Moiraghi

venerdì 12 agosto 2016

Pole Pole 131

                      Cap. V    Kahawa, caffè amaro


Dal carattere schietto e deciso, incurante di qualsivoglia forma di diplomazia, l’ho vista districarsi fra le difficoltà del lavoro e della vita laggiù senza manifestare mai insofferenza o fastidio. Azzardo nel dire che ho avuto l’impressione che avesse fatto ritorno in un luogo a lei caro dal quale mancava da molto tempo. Ne ho apprezzato la professionalità e la capacità di comunicazione. Siamo divenuti amici e confido potrà ripetere questa esperienza in futuro, se il suo ormai prossimo marito lo consentirà. Senza nulla togliere alle altre mie assistenti, confesso che Velia mi è poi mancata, negli anni successivi a Kahawa.


Andrea Moiraghi

venerdì 5 agosto 2016

Pole Pole 130

                    Cap. V    Kahawa, caffè amaro

Nell’affrontare gli impegni del lavoro volontario a Kahawa, ho sempre beneficiato della benevolenza e della fratellanza di persone speciali come Padre Alex e Sister Rosa. La mia buona sorte ha voluto poi che, la prima volta, ad affiancarmi nel lavoro ci fosse Velia Zaffino, assistente alla poltrona a Varese, anche lei alla sua prima esperienza di lavoro in Africa. La sua è stata un’accettazione entusiastica non solo del lavoro, che inevitabilmente si è sempre svolto in condizioni critiche, ma anche del luogo che non corrisponde esattamente all’iconografia solare e paradisiaca dell’Africa da cartolina.


Andrea Moiraghi