venerdì 28 maggio 2021

Pole Pole 374





 

                Cap. XI    La mia casa è lo “slum”

Inutile ricordare che questi bambini, vivendo tutto il giorno per strada, non frequentano la scuola e non sono quindi in grado di leggere e scrivere, anzi, mi raccontava il mio amico, alcuni di loro vanno a vivere per strada proprio per sottrarsi agli impegni scolastici. Infatti capita non di rado che certi di bambini siano fuggiti da scuola per propria scelta e sarebbe sbrigativo imputare la causa di queste evasioni ai soli studenti, ma un’ analisi completa, pur degna di attenzione, ci porterebbe lontano dagli scopi di questo libro. Alcuni boy street hanno completamente troncato qualsiasi rapporto con la propria famiglia, quando esiste, altri mantengono saltuari contatti, oppure vivono per strada durante tutto il giorno e fanno rientro a casa per la notte.

Andrea Moiraghi


venerdì 21 maggio 2021

Pole Pole 373

 


                   Cap. XI    La mia casa è lo “slum”


Ma se la gran parte di bambini sceglie questa vita perché costretta o perché rifiuta di accettare una vita familiare di massima indigenza, di sovraffollamento, di trascuratezza o di abusi sessuali e psicologici da parte di genitori e parenti, altri bambini scelgono di proposito questo modo di vivere, perché libero e svincolato dalle restrizioni educative della propria famiglia, che pur si prenderebbe cura di loro. Non si tratta sempre di figli innocenti di genitori irresponsabili o criminali oppure senza voglia di lavorare.

Andrea Moiraghi

venerdì 14 maggio 2021

Pole Pole 372

 




                              Cap. XI    La mia casa è lo “slum”


Vivono per strada, completamente abbandonati a sé stessi e provengono solitamente da famiglie sfasciate che si disinteressano dei propri figli, oppure sono abbandonati dai genitori stessi, incapaci o impossibilitati a provvedere al loro sostentamento per motivi economici. Da qualche anno se ne trovano tantissimi orfani di padre e madre deceduti per Aids. Alcuni non sanno neppure chi siano i loro genitori o non hanno mai conosciuto il loro padre; magari sole le botte dei vari patrigni.

Andrea Moiraghi

giovedì 6 maggio 2021

Pole Pole 371

 


                        Cap. XI    La mia casa è lo “slum”

E’ ancora una realtà visibile in alcune città dell’ Europa dell’ est, ma in Sudamerica e soprattutto in Africa, si presenta come un fenomeno in forte e tumultuosa espansione. In Kenya si chiamano boy street, in Cameroun moustiques e in Congo balados.

 I bambini di strada del Kenya hanno età variabile fra i cinque-sei e i quattordici-quindici anni, quindi giovanissimi, come lo sono in genere nei paesi in via di sviluppo, a differenza di quanto accade nei paesi più sviluppati. In maggioranza sono maschi, ma è in crescita il numero delle bambine. Quanti siano esattamente nessuno lo sa; qualche dato ce lo forniscono le organizzazioni umanitarie e i missionari, che azzardano un numero intorno a settantamila, di cui più della metà nella capitale Nairobi. Su questi valori, concorda anche Padre Masino. Si tenga conto che il loro numero varia di continuo, perché molti bambini vivono in strada solo per limitati periodi della loro infanzia, per propria scelta o dopo una lite con i genitori, oppure quando in casa non si trova più nulla da mangiare e quindi non rimane che l’ accattonaggio per strada e la ricerca di cibo in una discarica di rifiuti.


Andrea Moiraghi