Cap. IX Bilacha di Merti
Si
era fatto tardi e andammo a dormire, lasciando Bilacha al dispensario su un
rudimentale letto di ferro, senza nemmeno uno straccio di lenzuolo, che fu
disponibile solo il giorno dopo grazie al buon cuore di Sister Bertha. La
fleboclisi al braccio e la compagnia dei suoi genitori erano gli unici presidi
terapeutici di cui la piccola disponeva in quell’ edificio buio e inospitale,
neppure l’ ombra dei nostri ospedali. Fra le zanzare, il caldo e il pensiero
della piccola in coma, in un contesto sconvolgente e inconcepibile per il
nostro primo mondo, mi fu difficile prendere sonno, nonostante il silenzio
assoluto della mia stanza disadorna o forse proprio a causa di questo; ma mi
sarei sentito un infame a lamentarmi, pensando a tutto quanto avevo visto quel
giorno.
Andrea Moiraghi