venerdì 27 marzo 2020

Pole Pole 314

                             Cap. IX    Bilacha di Merti 


Dimenticavo però che questo apparecchio funziona solo a corrente elettrica o al massimo, se era un vecchio modello, a luce solare, entrambe assenti in quel posto e a quell’ ora.
            “Si, domattina faremo un vetrino di accertamento”, approvò Claire. “Per adesso l’ unica cosa da fare è idratare la paziente”. E qui ero pienamente d’ accordo anch’io.
            Si era fatto tardi e andammo a dormire, lasciando Bilacha al dispensario su un rudimentale letto di ferro, senza nemmeno uno straccio di lenzuolo, che fu disponibile solo il giorno dopo grazie al buon cuore di Sister Bertha. La fleboclisi al braccio e la compagnia dei suoi genitori erano gli unici presidi terapeutici di cui la piccola disponeva in quell’ edificio buio e inospitale, neppure l’ ombra dei nostri ospedali. Fra le zanzare, il caldo e il pensiero della piccola in coma, in un contesto sconvolgente e inconcepibile per il nostro primo mondo, mi fu difficile prendere sonno, nonostante il silenzio assoluto della mia stanza disadorna o forse proprio a causa di questo; ma mi sarei sentito un infame a lamentarmi, pensando a tutto quanto avevo visto quel giorno. 

Andrea Moiraghi

venerdì 20 marzo 2020

Pole pole 313





                           Cap. IX    Bilacha di Merti 


“Serious cerebral malaria, for sure”, sicuramente si tratta di grave malaria cerebrale, diagnosticò immediatamente Claire, alla luce fioca della sua lampada, con una tale immediatezza e sicurezza che rimasi di stucco per tanta competenza. “Facciamo subito uno striscio di sangue da esaminare al microscopio” aggiunsi io, cercando di dare il mio apporto “autorevole” di medico e sotto sotto anche un po’ per confermare la bravura e la rapidità diagnostica di Claire, che mi lasciava un po’ dubbioso. 

Andrea Moiraghi

giovedì 12 marzo 2020

Pole Pole 312


                            Cap. IX    Bilacha di Merti 


Le patologie africane sono talmente diverse dalle nostre, che anche il più preparato medico occidentale avrebbe difficoltà a districarsi fra malaria, febbre gialla, amebiasi, leishmaniosi…. malattie di fatto sconosciute alle nostre latitudini. Personalmente non sono tipo che si vanta delle proprie ipotetiche superiorità in campo medico e tanto più laggiù in Africa, il luogo che reputo meno adatto per mettere in mostra i propri titoli accademici. La mia filosofia di lavoro è piuttosto traducibile in un “chi più sa, faccia”, purché sappia veramente, perché di parolai, anche fra i volontari ne ho visto più di uno.
            Giunse intanto l’ infermiera con in mano una vecchia lanterna a petrolio e con mia grande sorpresa mi accorsi che era Claire, la stessa che per tutto il pomeriggio mi aveva fatto da assistente dentale. La povera donna, venni poi a sapere, era l’ unica figura sanitaria di Merti e per le migliaia di persone dell’ immenso circondario, quindi, oltre al ruolo suo proprio, svolgeva quello di medico, ostetrica, farmacista, tecnico di laboratorio e all’ uopo anche assistente dentale per noi dell’ APA.

Andrea Moiraghi

venerdì 6 marzo 2020

Pole Pole 311





                           Cap. IX    Bilacha di Merti 


 “Impossibile” dichiarò Malley, “il più vicino ospedale è Wamba, a quasi trecento chilometri da qui; cinque-sei ore di strada. Piuttosto, se sei d’ accordo, mando a chiamare mia sorella che è infermiera”.
            “D’accordissimo, ci mancherebbe” , replicai.
            Potrebbe stupirsi il lettore, che in presenza di un medico, per lo più specialista in pediatria, Padre Malley ricorresse all’ aiuto di un’ infermiera, ma non mi sorprendo certo io.

Andrea Moiraghi