venerdì 18 dicembre 2020

Pole Pole 354

 


                                                     Cap. X   Embul Bul  

Nessuna guerra è stata mai intentata col fine di sottrarre milioni di bambini alla morte per malattie, peraltro debellabili con i soli antibiotici. Si pensi all’Angola, al Sudan, al Mali, al Ruanda, all’Etiopia e a tante altre nazioni africane: nessuno si sogna di rovesciare o solo contrastare governi impegnati più in diatribe interne che a risolvere i problemi della fame.

Di sera, durante le mie pause di lavoro, leggo su “Nigrizia”(il mensile dei Missionari Comboniani, n.d.r.) le ultime statistiche: ogni bombardamento in Afghanistan costa 17 milioni di dollari. Dieci incursioni al giorno fanno qualcosa come 170 milioni di dollari in bombe, che oltre a distruggere lasciano una scia di terrore e di sangue per intere generazioni. Il congresso USA ha stanziato quest’anno 500 milioni di dollari contro i 300 dell’anno scorso. Se aggiungiamo i 250 milioni di dollari per le spese militari in Europa, arriviamo a 750 milioni di dollari, che l’Occidente investe per combattere quei terroristi che sono riusciti a metterlo in ginocchio, dirottando due aerei e facendosi beffe dei sofisticati sistemi d’allarme e di difesa.


Andrea Moiraghi

venerdì 11 dicembre 2020

Pole Pole 353





                                   

                                                  Cap. X   Embul Bul                                                                     

Le spiagge di Malindi e Mombasa erano pressoché deserte, soltanto Lamu, isoletta un tempo molto frequentata, resisteva ai timori della guerra. Con la collaborazione di altri due volontari, Manuel di Varese e Brigida di Firenze, in due settimane di lavoro, curammo poco meno di duecentocinquanta pazienti, per un totale di circa trecento prestazioni odontoiatriche. Qualche migliaio di chilometri più in là, una guerra, un’altra guerra di cui tutti parlavano, faceva centinaia di morti. L’Afghanistan, in fondo, non è tanto diverso dall’Africa: stessa arretratezza, stessa miseria, stessa fame.

Andrea Moiraghi

giovedì 3 dicembre 2020

Pole Pole 352

 

                           Cap. X   Embul Bul    

Le funzioni religiose erano molto seguite. Nella notte di Capodanno, coloratamente addobbata, la chiesa sembrava una discoteca, con canti, musica e balli. Una indimenticabile festa, con la gente accorsa anche dai villaggi vicini.

A Kevin devo, oltretutto, la conoscenza del più gustoso whisky irlandese che abbia mai bevuto. Trascorsi con lui sere di autentica fratellanza, dove sentivo la grande presenza di Dio, il Dio dell’uguaglianza e della purezza, ma anche il Dio delle valli, degli altopiani, il Dio delle promesse o degli elefanti, .il Dio di tutti quelli con cui condividiamo la splendida esistenza.

Gli attacchi alle torri gemelle di New York,.la paura, l’incertezza dei voli, l’insicurezza, il fallimento di alcune compagnie aeree, avevano reso deserti gli aeroporti, ridotto la partecipazioni di volontari alle nostre missioni e messo in crisi il turismo sulla East Coast del Kenya.    

Andrea Moiraghi                     

giovedì 26 novembre 2020

Pole Pole 351





 

                           Cap. X   Embul Bul                                                                     

Tutto questo sarebbe stato però impossibile, se la SMA (Società Missioni Africane) non avesse inviato un uomo dalle insolite capacità affabulatorie e di eccezionale concretezza: Kevin Mc Garry, irlandese, giovane e dinamico parroco di Bul-Bul. Col sostegno degli abitanti, aveva costruito dal nulla la chiesa, cominciando dall’edificio per l’assistenza medica. Liliana ne era orgogliosa.

Andrea Moiraghi


venerdì 20 novembre 2020

Pole Pole 350

 

                             Cap. X   Embul Bul     

                                                    

Nelle nostre lettere, nei nostri incontri in Kenya durante missioni di volontariato, con Liliana l’argomento ricorrente era il dispensario sanitario. Sognavo di vederlo realizzato con annesso studio dentistico, dove insieme avremmo potuto continuare a donare la nostra professionalità a sollievo dei poveri. Nel giro di due anni e con l’aiuto di tutti, amici, parenti, pazienti di vecchia e nuova data, si riuscì nell’impresa di progettare e costruire il dispensario e il gabinetto dentistico. Nel primo anno di lavoro contammo più di settemila pazienti.



            Andrea Moiraghi

giovedì 12 novembre 2020

Pole Pole 349






 

                          Cap. X   Embul Bul                                                                     

E proprio nel continente nero ci eravamo lasciati con Liliana all’inizio di un percorso e, anche se in modi diversi e per strade opposte, ci eravamo avviati verso una luce alla quale non avremmo mai più rinunciato. E ora mi ritrovavo sulla sua traiettoria, sull’altopiano più bello, a una quota dove l’aria è ancora più sottile, dove una mano bianca ne stringe una nera non per rapinare, non per catturare schiavi, ma per partecipare a un progetto di solidarietà tra popoli.

Andrea Moiraghi

venerdì 6 novembre 2020

Pole Pole 348

 

                            Cap. X   Embul Bul  

Sostengono che gli africani non dicono mai grazie per ciò che si fa: ma di che cosa dovrebbero ringraziarci se per secoli li abbiamo trattati come scimmie, come esseri inferiori da depredare? E dove risiede questa pretesa inferiorità, in quale alveo del nostro cervello s’annida la differenza tra bianco e nero?

L’Africa mi colma la vita, la riempie dei suoi spazi, della gente che mi accoglie e che lascio sempre con rimpianto. L’Africa è nella mia casa, in mio figlio in mia moglie, negli amici, nel mio lavoro, nella mia preghiera. E che dire del sole africano? Ogni cosa, ogni realtà, ogni incontro, molta della mia felicità scaturiscono dal suo fulgore. Di notte qui il cielo stellato è per me un oceano di scintille. In nessun’altra parte del mondo il firmamento mi appare di una bellezza così sconvolgente.

Andrea Moiraghi

venerdì 30 ottobre 2020

Pole Pole 347

 




                         Cap. X   Embul Bul                                                                     

Liliana e io in Etiopia avevamo capito una cosa fondamentale, e cioè che non eravamo andati in Africa a smerciare la nostra cultura di occidentali, ma eravamo lì a chiedere perdono per gli anni in cui i neri venivano strappati alle loro famiglie e deportati come schiavi al servizio assurdo di un uomo che trattava un suo simile al pari di un animale, solo perché con la pelle di un diverso colore. E anche con la voglia di dialogare fraternamente per riparare a secoli di silenzi e soprusi, e riaccendere infine la speranza in un mondo più giusto.

Andrea Moiraghi




giovedì 22 ottobre 2020

Pole Pole 346

 

                          Cap. X   Embul Bul    

Una Chiesa che non si prodigava abbastanza, un sistema occidentale che soffocava di debiti queste nazioni, lo stesso potere politico africano che non faceva niente per cambiare questo stato di cose, l’indifferenza diffusa, mi avevano da tempo allontanato dalla pratica religiosa. Ma dovevo pur riconoscere che se la vita dei derelitti in quel remoto lembo d’Africa era meno insopportabile, lo si doveva unicamente all’abnegazione e alla generosità di ardimentosi missionari.

Da secoli gli europei sono in Africa, gli africani invece solo da pochi decenni vengono in Europa a cercar fortuna. La popolazione più antica del mondo, quella che secondo gli antropologi ha dato origine alla specie umana, è oggi ridotta allo spettro di se stessa, devastata dalle malattie e dalla fame, dalla corruzione dei suoi governanti e dalle lotte tribali.

Andrea Moiraghi

mercoledì 14 ottobre 2020

Pole Pole 345



 

                          Cap. X   Embul Bul                                                                                 

I novemila bambini che ogni giorno, secondo l’UNICEF, muoiono in Africa per denutrizione, non possono e non devono farci dimenticare che Dio è nei loro volti, nei loro miseri destini, e che le lacrime dei loro padri e delle loro madri sono le stesse lacrime con cui noi piangiamo le nostre sventure, la scomparsa dei nostri cari. Quelle vite sono concrete e irripetibili, sono persone non diverse da ciascuno di noi, preda di sofferenze indicibili, costrette a vivere e a morire al precario riparo di baracche prive di servizi igienici, di acqua e luce. Vittime di un’ingiustizia inaccettabile.

Andrea Moiraghi

giovedì 8 ottobre 2020

Pole Pole 342

 

                          Cap. X   Embul Bul       

Qualche tempo dopo, Liliana  mi annunciò il desiderio di dedicare la sua vita ai poveri. Rimasi colpito ma non sorpreso, perché anch’io fui sul punto di abbandonare tutto e ripartire per l’Africa. Ma non lo feci. Un missionario comboniano mi rincuorò dicendomi che potevo essere utile ai poveri anche in altri modi. Aveva ragione.

Allora ero distante dal mondo della Chiesa, che mi sembrava immemore della fratellanza predicata e insegnata da Cristo, in una società che schiaccia i poveri, dove i poveri non hanno voce, dove la ricchezza è un valore assoluto. “Figli assassini di un Dio che uccide”; così un biblista americano aveva definito quei cattolici che consideravano la guerra igiene del mondo, o quelli per i quali la scomparsa di anziani, donne e bambini è una questione che non li riguarda, un qualcosa di ineluttabile, una semplice fatalità.  


Andrea Moiraghi                         

venerdì 2 ottobre 2020

Pole Pole 341




                         Cap. X   Embul Bul                                                                      

Ci siamo commossi insieme davanti a una povertà assoluta, impotenti testimoni di una realtà dura, inimmaginabile. Rimasi a Shashamane più di un mese. Liliana aveva lavorato al dispensario con le missionarie Cappuccine di Madre Rubatto, una congregazione abbastanza recente che operava in Italia, in Africa e in Sudamerica. Quell’umanità piegata dalla miseria, le mosche sul viso sporco dei bambini di Casaciullo, le piaghe dei lebbrosi di Gambo, cambiarono la nostra esistenza. Al ritorno in Italia capimmo che il nostro destino era segnato per sempre. 

Andrea Moiraghi

venerdì 25 settembre 2020

Pole Pole 340

 



                              Cap. X   Embul Bul  

  Non c’è casa che non abbia un lutto per Aids, i funerali sono quotidiani, e i produttori di bare fanno buoni affari, ma per molte famiglie quattro assi di legno inchiodate sono un lusso proibitivo. I più avvolgono i loro cari defunti in un lenzuolo bianco chiuso alle estremità, e su carriole arrugginite li portano nel luogo della sepoltura.

A Bul-Bul, l’antica tradizione maasai vuole che i padri siano sepolti davanti a casa e gli altri dietro. Così uno la morte se la ritrova sempre sotto gli occhi, quando esce e quando torna, anche chi non vorrebbe pensarci.

Ho parlato di suor Liliana e del dispensario perché qui prende avvio la mia storia, un’avventura di fatica, di rinunce ma anche di grande gioia. Liliana è originaria della mia città e a lei mi lega una speciale amicizia. Diversi anni fa abbiamo condiviso a Shashamane, in Etiopia, un’esperienza di volontariato che ha avuto grande importanza per entrambi. 


 Andrea Moiraghi

giovedì 17 settembre 2020

Pole Pole 339





                                        

                                                Cap. X   Embul Bul     

                                                                

     Ogni giorno il “Daily Nation”, quotidiano di Nairobi, riserva due tre pagine ai necrologi, quasi interamente dedicati ai morti per Aids. Le periferie di Nairobi, come quelle di quasi tutte le grandi città africane, sono immense discariche dove vivono in pericolosa promiscuità milioni di esseri umani. Negli slums le condizioni di vita sono intollerabili. Qui dilagano la prostituzione e la delinquenza, frutto non di naturale inclinazione al male, ma comprensibili espedienti di sopravvivenza, benché a sopravvivere siano sempre in meno. 

Andrea Moiraghi

venerdì 11 settembre 2020

Pole Pole 338

 

                            Cap. X   Embul Bul 

Non vi sono industrie né progetti che facciano sperare nel miglioramento della situazione. Solo l’aria è buona. Ma quando piove è un disastro: si aprono enormi buche su strade e sentieri, e muoversi tra pozze e fango diventa un’impresa temeraria

Poche sono le case dotate di elettricità e acqua corrente. Le condizioni igieniche sono precarie e gravi le incidenze di malattie respiratorie e cutanee, dovute in gran parte alle avversità ambientali. Secondo stime governative, i sieropositivi sono il cinquanta per cento della popolazione adulta e il sessantaquattro per cento della popolazione giovanile, ma secondo suor Liliana, che dirige il dispensario, la percentuale raggiunge addirittura il settantadue per cento. La vita media è molto bassa anche per effetto della malnutrizione, dell’elevata mortalità infantile e della tubercolosi notevolmente diffusa.

Andrea Moiraghi

venerdì 4 settembre 2020

Pole Pole 337




 

                          Cap. X   Embul Bul                                                                     

In lingua maasai, Bul-Bul significa “luogo del riposo e dell’abbeverata”: nel suo rigoglioso verde pascolavano e pascolano le mandrie. Si trova lungo la strada che porta in Tanzania, distante da Nairobi non più di venti chilometri. Bul-Bul  si è ampliato, ma si sono moltiplicate solo le baracche. Negli ultimi anni l’antico villaggio è andato via via trasformandosi in una cittadina di poco più di quarantamila abitanti. Il novanta per cento della popolazione vive al di sotto della soglia di povertà indicata dal governo. Le case sono di fango e lamiera, persino di cartone.

Andrea Moiraghi

venerdì 28 agosto 2020

Pole Pole 336

 



                            Cap. X   Embul Bul   


La prima volta che sono venuto da queste parti, più di dieci anni fa, le cose erano diverse da come le ho ritrovate. L’Africa degli ultimi vent’anni è cambiata rispetto a quella coloniale che privilegiava le classi agiate, generando e sfruttando nuove povertà. Nella “ricca” nazione del Kenya si muore ancora di fame: solo i possidenti si salvano, come del resto accade in tutte le nazioni del mondo. Ora i bianchi hanno stretto alleanze con i signori del potere, spesso avidi e corrotti, con l’unico scopo di accumulare giganteschi profitti, e così rendono ancora più riprovevole un sistema sociale iniquo.



Andrea Moiraghi

mercoledì 19 agosto 2020

Pole Pole 335

 



 Cap. X   Embul Bul   

 Anch’ io conosco bene Sister Liliana e ancor più la sua squisita ospitalità e interessamento al nostro ambulatorio, ma non conosco sicuramente Embul Bul come Dino, ed allora mi pare giusto che sia lui a parlarcene. Dunque la penna al nostro collega per la storia dell’ ultimo ambulatorio APA, con l’ aggiunta di qualche sua personale riflessione. Ho poi voluto chiudere il capitolo con la testimonianza diretta e fresca dei nostri amici e colleghi Rodolfo e Marta Piana di Milano, che ci è piaciuta sia per il trasporto che trapela dalle parole, sia per l’ esposizione un po’ singolare.

  

Embul-Bul, chiamato più semplicemente Bul-Bul dai nativi, è uno dei più antichi villaggi del Kenya. Sorge ai piedi delle colline di Ngong, dove un tempo Karen Blixen tentò di far crescere il caffè, con le sfortunate conseguenze narrate nel libro “La mia Africa”. Proprio qui ho vissuto una delle tappe più importanti della mia esistenza, qui, vicino a Karen, la cittadina che prese il nome dalla scrittrice danese. In questo paese che amo più d’ogni altro dell’Africa, mi trovo in perfetta armonia con quanto scrive Ryszard Kapuscinski, giornalista e scrittore polacco, su “Ebano”: l’Africa non esiste, ma esistono gli uomini che si incontrano in un territorio sterminato a sud del mondo.



Andrea Moiraghi

giovedì 13 agosto 2020

Pole Pole 334



 

                                        Cap. X   Embul Bul     

                                                                

Nessuno, all’interno dell’ APA, conosce l’ ambulatorio di Embul Bul meglio di Dino. Lo ha fortemente voluto, l’ ha visto nascere e vi ha lavorato per la prima volta nel dicembre dello scorso anno, insieme ai nostri colleghi Manuel e Brigida. Inoltre una vecchia amicizia lo lega a Sister Liliana Cremona, la suora missionaria sua concittadina responsabile del dispensario e dello studio dentistico della missione, ed assistente dentale in Italia prima della sua conversione religiosa.

Andrea Moiraghi


venerdì 7 agosto 2020

Pole Pole 333

                           Cap. X   Embul Bul                                                                     

Conosco Dino da molto tempo e con lui, nel bene e nel male, condivido dieci anni di “odontoiatria volontaria” in Italia e in Africa, ma soprattutto una visione comune di questo impegno, che deve essere concreto, pratico, partecipe,senza privilegiare sempre e soltanto l’aspetto tecnico, quasi a nascondere l’esiguità dei risultati. Questo entrambi lo riscontrammo amaramente nella cooperazione odontoiatrica e ci indusse poi ad uscirne delusi.

Andrea Moiraghi


 

venerdì 31 luglio 2020

Pole Pole 332

Cap. X   Embul Bul   



Avevamo appena avviato Kahawa, ancora dovevamo incassare l’ insuccesso di Tabaka, da poco era arrivato il laboratorio odontotecnico nel nostro ambulatorio di Nkubu, che ci era costato non poche fatiche e un bel po’ di quattrini e allora non mi pareva proprio il caso di cimentarsi in una nuova avventura. Ma alla fine mi arresi davanti alla sua insistenza.Se fai tutto tu”, gli dissi scettico e diffidente, “per me va bene”.        Sapevo dell’ estrema necessità di odontoiatri in tutta la zona di Bul Bul, ma non mi sfuggiva l’ immane lavoro dietro all’ organizzazione e all’ apertura di un centro dentistico all’ equatore: reperimento fondi, acquisto dell’ intera struttura, ricerca di uno spedizioniere, pratiche doganali, permessi …insomma, una serie di problematiche che snervano anche il più entusiasta ed esperto degli imprenditori. Ma questa volta ero tranquillo e sereno: avrebbe fatto tutto (o quasi, scoprirò) l’ amico Dino Azzalin.



Andrea Moiraghi

giovedì 23 luglio 2020

Pole Pole 331


 

  

       
                                                

    Cap. X   Embul Bul    


Sono stato nell’ambulatorio di Embul Bul più volte, ma confesso di non avervi mai lavorato. Preferisco i nostri centri del nord del Kenya: ritrovo in essi buona parete delle vicende che ho vissuto in questi ultimi dieci anni e continuamente mi regalano nuove emozioni.
Quando tre anni fa Dino mi parlò della possibilità di aprire un nuovo studio APA nella missione di Embul Bul, un villaggio a una manciata di chilometri da Nairobi, di cui fino ad allora ignoravo nome e ubicazione, gli diedi del matto. 

Andrea Moiraghi



                                                                 



     


venerdì 17 luglio 2020

Pole Pole 330


                            Cap. IX    Bilacha di Merti 


I tre ingegneri idraulici, pensavo invece, rientrati in Olanda, avrebbero presentato i dati sulla possibile realizzazione di un acquedotto in riunioni, articoli tecnici, tavole rotonde e sicuramente non avrebbero mancato di raccontare della loro disavventura con i banditi. Modi diversi di parlare dell’ Africa, tutti leciti e perfettamente logici, frutto di diversi punti di vista. Ma di Bilacha e della sua miseria chi avrebbe mai parlato in patria? Lei non ce l’ ha fatta, stroncata a dieci anni da una banale malaria non curata. Ne riporto in mente la sua immagine, la mia impotenza e la mia rabbia.



Andrea Moiraghi

venerdì 10 luglio 2020

Pole Pole 329





                             Cap. IX    Bilacha di Merti 


Intanto osservavo un gruppo di turisti, inglesi o americani, impegnati a fotografare a raffica un gruppo di giraffe e gazzelle, e già me li immaginavo, al ritorno in patria, mostrare e commentare con parenti e amici (più o meno interessati) le loro foto africane a sfondo cartolina. Analogamente avrebbe fatto all’ università di Sidney quel professore australiano un po’ sui generis, illustrando i vari idiomi Borana o Gabbra alla platea dei suoi studenti o forse scrivendo su libri e riviste specialistiche.

Andrea Moiraghi

venerdì 3 luglio 2020

Pole Pole 328





                        Cap. IX    Bilacha di Merti 



 E chissà per quanto tempo ancora quel brav’ uomo avrebbe ignorato la sua quarta genitura, se non fosse stato per quella fortunata coincidenza.
All’ interno del fuoristrada, dove la temperatura era diventata da forno, per la calura del primo pomeriggio, era toccante e comico al contempo vedere i bambini con gli occhi sgranati davanti ad elefanti e kudu. Che assurdità: io che venivo dall’ Italia avevo assistito a queste scene di fauna equatoriale decine di volte; loro che vivevano in Kenya non avevano ancora mai osservato gli animali propri della loro terra.

Andrea Moiraghi

venerdì 26 giugno 2020

Pole Pole 327







                             Cap. IX    Bilacha di Merti 



Saputo da dove noi si proveniva, volle immediatamente sapere se sua moglie avesse partorito e talmente gioì alla notizia positiva datagli dal mio amico, che ci fece transitare gratuitamente. Non so quanto la cosa fosse regolare, ma nessuno di noi si guardò bene dal sottilizzare.
Incredibile nel 2000! Quest’ uomo lavorava a neppure duecento chilometri da casa, ma non possedendo telefono e recandosi in famiglia solo due o tre volte l’ anno, non sapeva neppure della nascita del suo quarto figlio e tanto meno se fosse stato maschio o femmina: il sesso del nascituro in buona parte dell’ Africa non si conosce fino al momento del parto; chi fa le ecografie prenatali? 

Andrea Moiraghi

venerdì 19 giugno 2020

Pole Pole 326


                             Cap. IX    Bilacha di Merti 



“Cosa pensi, Andrea, passiamo da Shaba? Allunghiamo e forse ci faranno pagare l’ entrata al parco, ma almeno non corriamo rischi”.
Non ebbi esitazione ad annuire. Avremmo anche dato la possibilità ai bambini con noi di vedere qualche giraffa o ippopotamo, animali che ormai si vedono di rado al di fuori delle aree protette, inaccessibili alla maggior parte dei Kenioti, per l’elevato costo di ingresso. All’ entrata del parco ci accolse un ranger, per benevolenza del destino proprio di Merti e lontano parente di Malley, anche lui nativo del medesimo villaggio. 


Andrea Moiraghi

giovedì 11 giugno 2020

Pole Pole 325








                         Cap. IX    Bilacha di Merti 


Era l’auto di un Ong olandese, un organizzazione non governativa che stava esaminando la fattibilità di un progetto idrico e i tre occupanti erano ingegneri idraulici, presumibilmente olandesi anche loro, ci spiegò ancora l’ uomo.“Vi consiglio di svoltare a destra e proseguire attraversando il parco di Shaba”. E’ questa una riserva naturale a nord di Isiolo, oggi un po’ povera di animali, perché decimati dai bracconieri negli anni passati, ma ricca di angoli scenografici davvero suggestivi.
Andrea Moiraghi

venerdì 5 giugno 2020

Pole Pole 324


                              Cap. IX    Bilacha di Merti 


Aveva proprio ragione il mio amico alcuni giorni prima: “E inutile pensarci, Andrea; qui in Africa certe realtà rientrano in un disegno che dal solo punto vista umano ti risulteranno sempre incomprensibili”.
A un paio di ore da Isiolo, dove avremmo trascorso la notte, in prossimità di un bivio incrociammo un camion stracarico di gente e masserizie, più le solite capre e le immancabile galline.
“Non passate da Kula Mawe (il nome del villaggio seguente). Questa mattina gli shifta hanno attaccato una jeep, malmenato l’ autista e i tre con lui”, ci disse il conducente. “Nessun danno grave alle persone, ma il loro fuoristrada è stato ripulito”.

Andrea Moiraghi

giovedì 28 maggio 2020

Pole Pole 323









                            Cap. IX    Bilacha di Merti 

“Anche lei con questi shifta. Hai sentito Rik? Ma cosa vuole che mi facciano? Che mi rubino le quattro scartoffie che ho con me o i miei vestiti sporchi? Per mal che vada, si porteranno via la macchina fotografica; e se la tengano!” E mi mostrò un vecchio apparecchio, penso di fabbricazione russa, data la marca scritta in caratteri cirillici, a me incomprensibili. Mentre Malley se la rideva, io non chiesi più altro, visti i toni abbastanza seccati del mio originale interlocutore, che continuando a vivere da solo in mezzo alla savana sembrava aver perso, se non proprio la testa, sicuramente la buona educazione.

Andrea Moiraghi 

venerdì 22 maggio 2020

Pole Pole 322

Cap. IX    Bilacha di Merti


Ma siccome da quelle parti la gente era poca, spesso saltava i pasti e dormiva sotto una pianta con la sola compagnia di Rik, il brutto cane nero che lo seguiva, anche lui stecchito come il suo padrone. Per lavarsi non so come facesse e non osai chiedere, ma gli olezzi che aleggiavano intorno a lui e al suo compagno di viaggio, mi suggerivano la risposta.
“Ma mi scusi, non ha paura a bazzicare in solitudine col suo Rik in queste distese sconfinate, con quaranta gradi all’ ombra, senz’ acqua, con animali non proprio mansueti e poi soprattutto con gli shifta che fanno razzie?”, gli domandai incuriosito, mentre lui e il suo cane prosciugavano la mia borraccia senza lasciarmi più un goccio di acqua.

Andrea Moiraghi

giovedì 14 maggio 2020

Pole Pole 321






Cap. IX    Bilacha di Merti


Era un professore di lettere australiano, docente di glottologia all’ Università di Sidney, che stava effettuando uno studio comparativo sulle lingue cuscitiche e nilotiche, proprie di queste zone del Kenya, o almeno così ci riferì. Se ne andava in giro tutto solo e per il cibo e il riposo si affidava alla benevolenza dei pastori; così poteva conoscere davvero bene il loro idioma, ci tenne a sottolineare.

Andrea Moiraghi 

venerdì 8 maggio 2020

Pole Pole 320


                            Cap. IX    Bilacha di Merti 


Due giorni dopo me ne ripartivo da Merti insieme al mio amico Malley, diretto all’ aeroporto Nairobi, dove l’indomani sera mi sarei imbarcato per l’ Italia. Questa volta sul nostro fuoristrada viaggiavano non so quanti bambini e un paio di anziani, tutti malati che necessitavano di cure o esami presso l’ ospedale di Wamba, dove Padre Malley li avrebbe trasferiti il giorno seguente. A metà strada circa incontrammo un bianco polvere rossa e imbrigliato da fitte tele di ragno; ragni africani, intendo, ben più grandi dei nostrani. Inoltre al dispensario non arriva corrente elettrica ed è quindi inutile ogni tentativo di utilizzare al meglio quel bel regalo, se non come poltrona odontoiatrica fissa, da tempo bloccata con lo schienale nella medesima posizione.

Andrea Moiraghi

mercoledì 29 aprile 2020

Pole Pole 319




                         Cap. IX    Bilacha di Merti 



Ancora una volta mi rendevo conto che la scolarità, anche solo elementare, in Africa è importante quanto il pane. Se non si è capaci di leggere e scrivere, non si hanno dignità, aperture mentali, tanto meno nozioni che indichino verità e alternative: bisognerà sempre capitolare di fronte al più forte. I poveri genitori di Bilacha, totalmente illetterati, ignoravano che gli atteggiamenti e le pratiche di quel sedicente guaritore erano vuote di qualsiasi fondamento logico e scientifico. E si privavano persino dei loro pochi soldi per quel disgraziato!

 Andrea Moiraghi

venerdì 24 aprile 2020

Pole Pole 318

 

                          Cap. IX    Bilacha di Merti 

“Era uno sciamano, si spacciava per un guaritore africano, ma in realtà un grande impostore. Con tutta quella messa in scena sosteneva di cacciare gli spiriti maligni, responsabili del male di Bilacha, il tutto ovviamente dietro lauta ricompensa. Bazzica da queste parti da anni e ogni tanto gli va anche bene: il malato guarisce spontaneamente e così la gente pensa sia avvenuto grazie al suo intervento. Come puoi combattere una malattia se le armi sono l’ ignoranza, la disperazione, l’ impostura? E d’altra parte quali sono le alternative valide, se non ci sono medici, farmaci e ospedali?”.

Andrea Moiraghi

giovedì 16 aprile 2020

Pole Pole 317





                   Cap. IX    Bilacha di Merti 

“E’ inutile, Andrea, qui in Africa certe realtà rientrano in un disegno che dal solo punto vista umano ti risulteranno sempre incomprensibili”. La frase è arzigogolata nella traduzione italiana, ma piena di verità e dopo tanti soggiorni in quel continente, impotente, mi sento di confermarla appieno.Ma una cosa volli sapere da lui. Chi era quel vecchio che la sera prima, davanti alla capanna di Bilacha, gesticolava con foglie e rametti in mano.

Andrea Moiraghi