venerdì 30 novembre 2018

Pole Pole 248

                         Cap. VIII    Wamba, tra i Samburu


Augustine, come tutti i “moran”, portava un drappo rosso che gli copriva la spalla destra e i fianchi; aveva collo e schiena tinti di ocra e in mano orgogliosamente reggeva una lunga lancia e un bastone dall’ estremità appuntita. Teneva i capelli raggruppati in piccolissime treccine rilucenti, perché impastate di grasso animale e tenute ferme con i peli di coda del cammello; sulla fronte portava un vistoso ornamento metallico e qua e là altri gingilli, credo di osso o di corna animale.
Andrea Moiraghi

mercoledì 21 novembre 2018

Pole Pole 247





                       Cap. VIII    Wamba, tra i Samburu


Durante la nostra visita incontrammo Augustine, un giovane guerriero Samburu, un “moran”. Così vengono chiamati i ragazzi adolescenti che hanno appena subito la circoncisione e per antichissima tradizione i “moran” devono vivere da soli per alcuni anni nella savana e non avere una dimora fissa. L’ usanza vuole che questi ragazzi, divenuti guerrieri, difendano le tribù dalle razzie dei nemici, specialmente la vicina tribù Turkana, ma con le loro anacronistiche lance e fionde di legno o osso animale, poco possono fare contro le armi di fabbricazione russa o americana, che ora purtroppo sono arrivate anche là. 

Andrea Moiraghi

venerdì 16 novembre 2018

Pole Pole 246

                     Cap. VIII    Wamba, tra i Samburu


Le donne, ci raccontò la suora, qui non contano nulla, quasi mai frequentano la scuola e portano su di sé il peso di tutta la famiglia, così non hanno mai tempo di riposarsi. Erano belle e a loro modo eleganti; avevano corpi longilinei coperti con stoffe dai colori vivi, i capelli cortissimi e portavano vistose collane multicolori che scendevano lungo il collo e in base alla loro grandezza, venni a sapere, sono indice di fertilità. Il loro destino, continuò la nostra amica, purtroppo non conosce e non ha mai conosciuto dolcezze o amorevoli attenzioni, poiché sin da giovanissime vengono vendute a un marito, spesso più anziano, che devono servire con sottomissione insieme alle altre mogli, per tutta la vita. E allo stesso tempo devono occuparsi dei figli, della capanna, degli animali e della terra, in pratica di tutti i compiti più pesanti che gravano sulla famiglia. Altro che essere considerate “l’altra metà del cielo” o  simili amenità.
           Sister Giovanna Pia ci spiegò che solo gli uomini e in particolare gli anziani, detengono il potere all’interno del clan. Tramandano le tradizioni ancestrali, come la circoncisione delle bambine, barbara usanza per noi, ma qui ancora praticamente obbligatoria e accettata senza problemi.

Andrea Moiraghi

martedì 6 novembre 2018

Pole Pole 245






                Cap. VIII    Wamba, tra i Samburu


Una guerra fra poveri che aggrava ulteriormente la loro situazione e le loro condizioni di vita, e ne sapeva qualcosa Sister GiovannaPia, che doveva soccorrere i feriti portati in ospedale ogni ora del giorno e della notte, a volte in condizioni disperate. Mentre camminavamo in mezzo al villaggio, vedevamo molte mamme con i loro piccoli sulle spalle, tante ragazze e donne di ogni età e poi un’ infinità di bambini, non certo ben pasciuti.

Andrea Moiraghi


venerdì 2 novembre 2018

Pole Pole 244

                         Cap. VIII    Wamba, tra i Samburu


In queste misere abitazioni vivevano adulti e bambini insieme agli animali, in una promiscuità che a tutt’ oggi mi pare impossibile La nostra amica suora ci raccontò che i Samburu sono popolazioni nomadi, discendenti dalla tribù Maasai. Hanno antenati guerrieri e un tempo erano una tribù molto forte, che si spostava alla ricerca dei pascoli, allora fiorenti, permettendo loro una sopravvivenza serena. Ora sono costretti a una vita di stenti, per le condizioni ambientali che sono inspiegabilmente mutate negli anni, in modo a loro sfavorevole, rendendoli una minoranza mal sopportata e guardata con sospetto anche dal governo di Nairobi: sono nomadi e quindi difficilmente controllabili. All’ordine del giorno sono scontri violentissimi, compiuti con lance e frecce (ma da un po’ di tempo anche con armi da fuoco procurate chissà dove), con la vicina tribù dei Turkana, considerata tribù di invasori e ladri di bestiame.

Andrea Moiraghi