venerdì 20 dicembre 2019

Pole Pole 301

                            Cap. IX    Bilacha di Merti 


 

“Stai tranquillo, non sono malintenzionati, non vedi che vestono borana?”, mi rassicurò subito Padre Malley, visto il mio sbigottimento.
Erano due ragazzi non più giovani, con larghi pantaloni a scacchi colorati, telo bianco di cotone sulle spalle e turbante, cioè il tipico vestimento borana. Ci fecero cenno di fermare e si rivolsero subito al mio amico, ovviamente in dialetto locale, per cui non intesi una parola di quanto dicevano, ma mi parve di capire che cercassero aiuto. Infatti i due, dopo le reciproche presentazioni, continuando a parlare nella loro lingua, ci guidarono a un vicino gruppo di capanne circolari, dal caratteristico tetto a cupola fatto di terra e paglia.


Andrea Moiraghi

venerdì 13 dicembre 2019

Pole Pole 300






                         Cap. IX    Bilacha di Merti 



Così ero già pronto a mollar loro il mio orologio, la torcia e i pochi spiccioli che avevo con me, più un bel bracciale di rame e ambra, che una paziente mi aveva regalato poco prima e dal quale mi sarebbe spiaciuto separarmi. Tenevo anche il registro dello studio dentistico con i nomi dei pazienti curati, ma pensavo che quello me lo avrebbe lasciato: non poteva interessargli.

Andrea Moiraghi

giovedì 5 dicembre 2019

Pole Pole 299


                                                Cap. IX    Bilacha di Merti 


Stavamo percorrendo a velocità sostenuta la pista di rientro a Merti ed era ormai buio, quando improvvisamente vidi in lontananza due uomini sbracciarsi davanti a noi, ben visibili ai fari della nostra auto. Raggelai. Shifta, fu il mio immediato pensiero e mi venne subito in mente ciò che mi aveva detto tempo prima Ngeru, uno degli autisti della missione di Isiolo:
“Se ti fermano gli shifta, Andrea, non ti venga in mente di opporre resistenza; dagli tutto quello che chiedono e vedrai che non ti faranno nulla. Difficilmente ti porteranno via il fuoristrada, non credo sappiano guidarlo e poi da quelle parti non esistono pompe di benzina, per cui dovrebbero venire fino a Isiolo, dove sarebbero  subito fermati al check point della polizia”.



Andrea Moiraghi

giovedì 28 novembre 2019

Pole Pole 298






       

                            Cap. IX    Bilacha di Merti 


Tanti hanno provato a descrivere lo stato d’ animo che ci prende quando sperimentiamo il deserto. Devo all’ amico Malley questa indimenticabile esperienza e nemmeno provo a raccontarla, perché fu così intensa da superare ampiamente la mia capacità di scrittore. Tanto meno voglio scrivere di un tramonto sul deserto, perché sarebbe un inutile tentativo di tradurre in prosa uno spettacolo che non può essere reso a parole: la luce, i colori, il silenzio, la sensazione di immensità e tutta l’atmosfera così piena, non possono essere raccontati e neppure dimenticati. Li lascio quindi immaginare al lettore.

Andrea Moiraghi

venerdì 22 novembre 2019

Pole Pole 297

                                       

                           Cap. IX    Bilacha di Merti 


Qui ho nuovamente avuto la reale e inaspettata sensazione di essere anni luce lontano dal nostro vivere occidentale, sotto tutti i punti di vista e in tutti i sensi.

Al termine del mio ambulatorio, durante il quale potei soltanto eseguire estrazioni dentarie, in condizioni operative un po’ precarie, Padre Malley mi venne a prendere con la sua Toyota; era quasi l’ imbrunire. Sin dal giorno prima aveva promesso di portarmi a vedere il deserto del Calbi Merti, che dista solo una trentina di chilometri dal villaggio di Merti, in direzione della Somalia: lo scenario sarebbe stato mozzafiato anche per lui, che pure da quelle parti era stato più volte, perciò volentieri mi avrebbe fatto da guida.

Andrea Moiraghi

giovedì 14 novembre 2019

Pole Pole 296






                           Cap. IX    Bilacha di Merti 



Ancora, non finirà mai di colpirmi e vorrei dire commuovermi, la straordinaria gentilezza e la dolcezza di questa gente così mite (non per nulla il termine borana significa “persona amica e gentile”), oltre che la loro resistenza al dolore. Con sincero stupore, posso dire che non aver mai sentito a Merti un lamento da parte di un paziente, anche bambino, o visto un gesto di insofferenza oppure una lacrima.

Andrea Moiraghi 

venerdì 8 novembre 2019

Pole Pole 295

                           Cap. IX    Bilacha di Merti 


Ma questi a volte non si fa vedere per lungo tempo, come accadde per esempio alla fine degli anni novanta, quando noi dell’ APA non potemmo raggiungere Merti per mesi e mesi, a causa delle strade distrutte dal Niňo e per i troppo frequenti attacchi banditeschi. 
Che dire poi delle tante stupende ragazze, che dalle nostre parti sarebbero subito reclutate a caro prezzo da qualche agenzia pubblicitaria per la loro rara bellezza (a volte mezza nascosta da un velo sul viso) e che finiscono invece, ancora minorenni, come mogli di uomini più anziani, perché così vuole la tradizione? Sister Bertha, una suora della missione, mi raccontava che queste ragazze vivono un esistenza tutt’ altro che felice. Vengono circoncise in tenera età, perché diversamente sarebbero considerate orfane o meticcie, prive di dignità e soprattutto non sposabili, così in queste zone avrebbero poche speranze di sopravvivere, perché le scarse risorse qui sono legate alla presenza di un uomo con una qualche attività più o meno redditizia. La donna non sposata o sterile da queste parti sarebbe infatti persa e quindi accetta di buon grado di rimanere incinta del proprio marito, magari già con moglie, ma almeno lei può contare su una qualche attenzione e soprattutto non rimanere senza cibo.

Andrea Moiraghi

mercoledì 30 ottobre 2019

Pole Pole 294








                        Cap. IX    Bilacha di Merti 


Come possano gli abitanti di queste terre aride e semidesertiche trascorrere tutta la loro vita in mezzo a simili disagi, è per me un mistero. La penuria di mezzi e la lontananza dal mondo civilizzato, crea a loro un isolamento nel quale si possono più facilmente perpetuare le antiche tradizioni, come l’ infanticidio delle bambine e nel contempo li esclude da numerosi vantaggi, come per esempio curare i loro mali, compreso il mal di denti, che sopportano per anni in speranzosa attesa di un dentista.

Andrea Moiraghi 

venerdì 25 ottobre 2019

Pole Pole 293


Cap. IX    Bilacha di Merti 


La vita della gente di Merti e della regione circostante, mi raccontava il parroco, è segnata dai capricci della natura; periodicamente la siccità minaccia la sopravvivenza di uomini e animali, per la scarsità di cibo e di acqua. Quest’ ultima è erogata da un'unica fontanella vicino alla missione, dove donne e bambini si mettono in coda per riempire i loro contenitori di plastica o di pelle animale. Anche la corrente elettrica a Merti è un gran lusso, mi spiegava ancora, riservato soltanto alla stazione di polizia, alla sua missione e alla baracca di Action Aid, un’ organizzazione umanitaria anglo-americana, che ha alcune sedi operative in Kenya e in altre parti del mondo. Questi edifici posseggono rumorosi generatori di corrente che erogano elettricità per qualche ora al giorno, ma non costantemente, perché viene spesso a mancare il kerosene atto al loro funzionamento. 

Andrea Moiraghi

giovedì 17 ottobre 2019

Pole Pole 292







Cap. IX    Bilacha di Merti 



Giunti alla meta, dopo il dovuto riposo, con il parroco del villaggio mi recai a piedi allo studio dentistico del dispensario, distante qualche centinaio di metri dalla missione, dove mi attendevano pazientemente una decina di persone, per lo più donne e bambini. Camminando fra le capanne, mi colpì subito la bellezza della popolazione borana, dalla pelle bruno-rossiccia, dall’ alta statura e dai lineamenti aggraziati, che viveva così dignitosamente in una condizione di miseria difficile da immaginare e purtroppo a me non nuova. Le donne portavano un velo sul capo ed erano avvolte in lindi drappi dai colori sgargianti.

Andrea Moiraghi

venerdì 11 ottobre 2019

Pole Pole 291

                            Cap. IX    Bilacha di Merti 


“Però Andrea, a dirti il vero, il Buon Dio non mi ha mai fatto mancare il pane”, mi faceva presente un giorno. E neanche la birra, pensai io, viste le due o tre bottiglie di Tusker (l’ ottima birra del Kenya) sul tavolo della sua cucina.  
Partii da Isiolo con Padre Malley che ancora era buio, per evitare il caldo ed eventuali sgraditi incontri, improbabili nelle ore notturne, e giunsi a Merti in tarda mattinata. Il viaggio andò benone, non incontrammo praticamente nessuno; soltanto mi spaventai un poco quando vidi due uomini armati ai bordi della pista.
“Sono shifta, li incontro tutte le volte che passo di qui; non ti preoccupare, non ci fanno nulla, sanno chi sono” mi assicurò il mio compagno di viaggio. E così fu, tant’ è che i due, al nostro passaggio si sbracciarono per salutarci, ma francamente non rimasi tranquillo finché non fui ad adeguata distanza di sicurezza. E venni così a sapere che era quasi la regola imbattersi in questa “brava gente” nel tragitto Isiolo-Merti, come già sosteneva la mia guida turistica.

Andrea Moiraghi

venerdì 4 ottobre 2019

Pole Pole 290







                          Cap. IX    Bilacha di Merti 



“Non posso rendermi credibile e avere la fiducia della gente, se vivo negli agi, come fanno certi preti e vescovi bianchi e neri in Africa”, mi ripete spesso con una punta di malizia. Pochi sono costoro, aggiungo io, sicuramente solo una minoranza, ma per questa non posso dargli torto: ne sono testimone oculare.

Andrea Moiraghi

venerdì 27 settembre 2019

Pole Pole 289


                            Cap. IX    Bilacha di Merti 


Un’ abitazione povera la sua, priva di acqua calda, frigorifero e telefono e di tutto quanto noi riteniamo indispensabile a una vita dignitosa. Padre Malley ha il compito di catechizzare al cattolicesimo un’ ampia area abitata dai Turkana, cosa non facile per lui che è di etnia borana purosangue, tribù nemica dei Turkana sin dai tempi antichi. La sua vita sobria è una vita di semipovertà, secondo i nostri canoni, non so se coatta o scelta, ma che comunque porta avanti volentieri, come ama ricordare a tutti. Unica compagnia, i suoi due cani meticci, uno dei quali mi azzannò un piede la prima volta che andai a trovarlo (come pare faccia con tutti gli sconosciuti); fortunatamente non era rabbioso.

Andrea Moiraghi

venerdì 20 settembre 2019

Pole Pole 288






                            Cap. IX    Bilacha di Merti 



I suoi modi, sin troppo gioviali, poco si addicono all’ ufficialità del suo ruolo e gli attirano qualche critica; però a me Malley è sempre stato simpatico. Vive solo in una casetta isolata, a un paio di chilometri da Isiolo, accanto alla sua chiesa e al “salone parrocchiale”: una cinquantina di panche disposte a cerchio intorno a una frondosa acacia ombrellifera.

Andrea Moiraghi

venerdì 13 settembre 2019

Pole Pole 287

                                 Cap. IX    Bilacha di Merti 


La poltrona dentistica, come ho già detto, né si alza e né si inclina, per mancanza di corrente, ma almeno serve per far sedere il paziente e ad agevolare il nostro lavoro, che si limita alle sole estrazioni dentarie, l’ unica prestazione attuabile al momento, per altro richiestissima in quello sperduto ambulatorio.
La prima volta che mi recai laggiù, fu con Padre Malley, un sacerdote borana originario proprio di questo villaggio, all’ apparenza più un buontempone che un uomo di Chiesa, ma in realtà un brava persona e indubbiamente disponibile, molto amata dai suoi parrocchiani.


Andrea Moiraghi 

giovedì 5 settembre 2019

Pole Pole 286






                            Cap. IX    Bilacha di Merti 


Le sue affermazioni e i suoi commenti hanno creato non poco scompiglio nel mondo della cooperazione umanitaria. E ricordo ancora quanto scriveva in proposito Alex Zanotelli su “La Repubblica” di qualche anno fa (17 marzo 1996): “Cooperazione? Una parola talmente corrotta che rabbrividisco solo a sentirla”. Ogni anno, quando esiste la disponibilità di volontari, qualche collega volontario dell’ APA si reca a lavorare a Merti, dove il lavoro sicuramente non manca. 

Andrea Moiraghi

venerdì 30 agosto 2019

Pole Pole 285

Cap. IX    Bilacha di Merti 


In altra pagina ho già riferito di progetti umanitari in suolo africano, mai portati a termine o andati miseramente a monte. Anche Merti non fa eccezione. Oltre allo studio dentistico, a qualche centinaio di metri dal dispensario, si possono ammirare un’ enorme scavatrice e un trattore abbandonati in mezzo a sabbia e sterpaglie: sono i resti di un progetto idrico sovvenzionato dal governo italiano, del costo di decine di migliaia di euro, fallito e quindi abbandonato. Difficile trovare le cause di questi insuccessi, mentre sarebbe fin troppo facile stigmatizzare tutto il sistema delle donazioni private e degli aiuti governativi, lanciando generiche accuse di colpa o montando scandali ad hoc. Certo mi sono ritrovato più di una volta nelle pagine del saggio “Le ambiguità degli aiuti umanitari” di Giulio Marcon, presidente del Consorzio Italiano di solidarietà.

Andrea Moiraghi

venerdì 23 agosto 2019

Pole Pole 284

Cap. IX    Bilacha di Merti 


Alcuni anni fa uno studio dentistico completo venne donato alla missione cattolica di Merti, di pertinenza della diocesi di Vercelli. So che le attrezzature, usate ma di buona qualità, erano perfettamente funzionanti prima di arrivare in Kenya, ma sin da allora nessuno è mai stato in grado di renderle operative se non parzialmente, per cui la poltrona dentistica giace abbandonata in una stanza del dispensario, sotto un dito di polvere rossa e imbrigliato da fitte tele di ragno; ragni africani, intendo, ben più grandi dei nostrani. Inoltre al dispensario non arriva corrente elettrica ed è quindi inutile ogni tentativo di utilizzare al meglio quel bel regalo, se non come poltrona odontoiatrica fissa, da tempo bloccata con lo schienale nella medesima posizione.

Andrea Moiraghi

venerdì 9 agosto 2019

Pole Pole 283







                          Cap. IX    Bilacha di Merti 



Sebbene la necessità di interventi odontoiatrici in questa ampia zona sia cospicua , per il semplice fatto che non esiste ombra di dentista per una popolazione di un milione di anime, sparsa in un’ area estesa come l’ Italia settentrionale, è bene tenere presente che il dispensario di Merti non deve essere meta di volontari alla ricerca di emozioni forti o di avventure temerarie, bensì consci dei rischi che si possono correre e armati della massima prudenza. Non si vuol con questo creare terrore, ma invitare alla dovuta cautela.

Andrea Moiraghi

venerdì 2 agosto 2019

Pole Pole 282

                             Cap. IX    Bilacha di Merti 


Conosco più di un missionario e non conto gli autisti o le persone in viaggio, tutti derubati da questi banditi, ma per fortuna senza riportare conseguenze sulla propria persona; lo stesso Vescovo della città di Vercelli, in visita alla missione di Merti alcuni anni fa, si imbatté in una banda. Ovviamente, se mai vi arrischierete da queste parti, di turisti non vedrete neppure l’ ombra, perché le guide e i gli operatori turistici praticamente ignorano tutta questa splendida regione, dove fra l’ altro contrarre la malaria non è evento eccezionale.

Andrea Moiraghi

venerdì 26 luglio 2019

Pole Pole 281


                            Cap. IX    Bilacha di Merti 

Alcuni belli scorci sulla savana semidesertica, attraversata dal fiume Ewaso Niyro, il cosiddetto fiume rosso, alleviano i disagi di un viaggio decisamente pesante, non solo per le condizioni stradali, ma anche per la polvere e la temperatura, mai sotto trenta gradi e con punte che superano i quaranta.
            Lungo questo percorso, la probabilità di incontrare una banda di shifta è molto elevata, per cui la polizia sconsiglia apertamente di recarsi in queste zone, se non accompagnati da scorta armata, che ha i suoi costi ed è poco affidabile.

Andrea Moiraghi 

venerdì 19 luglio 2019

Pole Pole 280






                          Cap. IX    Bilacha di Merti 


Merti è un piccolo e solitario villaggio del Kenya orientale, dall’ aspetto molto africano, su una pista di savana che conduce in Somalia, distante trecento chilometri. E’ abitato dai Borana, tribù seminomade di antica ascendenza etiope, di religione prevalentemente animista e musulmana, come dimostra l’ ampia moschea. Lo si raggiunge da Isiolo in cinque o sei ore di strada accidentata, impraticabile nella stagione delle piogge, con alcuni tratti più simili al greto di un torrente che ad una carrozzabile per auto.

Andrea Moiraghi

venerdì 12 luglio 2019

Pole Pole 279

Cap. IX    Bilacha di Merti 


Merti è un piccolo e solitario villaggio del Kenya orientale, dall’ aspetto molto africano, su una pista di savana che conduce in Somalia, distante trecento chilometri. E’ abitato dai Borana, tribù seminomade di antica ascendenza etiope, di religione prevalentemente animista e musulmana, come dimostra l’ ampia moschea. Lo si raggiunge da Isiolo in cinque o sei ore di strada accidentata, impraticabile nella stagione delle piogge, con alcuni tratti più simili al greto di un torrente che ad una carrozzabile per auto. Sono “soltanto” duecentoventi chilometri, cioè un inezia in termini africani, ma la strada è piuttosto dissestata, a tratti talmente sconnessa da mettere a dura prova l’ abilità dell’ autista e la resistenza dell’ auto, nonché la pazienza dei passeggeri. Alcuni belli scorci sulla savana semidesertica, attraversata dal fiume Ewaso Niyro, il cosiddetto fiume rosso, alleviano i disagi di un viaggio decisamente pesante, non solo per le condizioni stradali, ma anche per la polvere e la temperatura, mai sotto trenta gradi e con punte che superano i quaranta.

Andrea Moiraghi

venerdì 5 luglio 2019

Pole Pole 278








                           Cap. IX    Bilacha di Merti 

E’ vero; il volontario chi si reca a lavorare in questa affascinante regione del Kenya, vedrà un mondo incantevole, uno spicchio di Africa sospeso tra finzione e realtà, come si legge sui libri di Livingstone o Hemingway, ma deve sapere che corre rischio di rimanere appiedato in piena savana e senza più uno scellino in tasca. La ragione particolare che mi ha portato in questo angolo di mondo, è che qui esiste la Merti Catholic Mission, nel cui dispensario ha sede uno studio dentistico.

Andrea Moiraghi



giovedì 27 giugno 2019

Pole Pole 277








                          Cap. IX    Bilacha di Merti


            “Solo chi ha ragioni particolari (o aspirazioni suicide) dovrebbe prendere in considerazione un viaggio nella zona nord-est di Isiolo…  Quest’ area è dominata dagli shifta, banditi somali solitamente armati”. Cito testualmente l’ edizione italiana della guida “Lonley planet” del Kenya, sicuramente il testo più autorevole e completo per il turista che vuole esplorare e conoscere questo splendido stato africano, non privo di pericoli per il viaggiatore, torno a sottolineare. 


Andrea Moiraghi

venerdì 21 giugno 2019

Pole Pole 276

                        Cap. VIII    Wamba, tra i Samburu



“ Vi è andata bene, dottore, ieri sera. Avete rischiato grosso a cambiare quella ruota in piena notte, in mezzo a certa gente”, mi disse Sister Roswitta al mio risveglio.
            Il tam tam delle notizie in Africa è più veloce ed efficiente dei nostri telefoni e delle nostre mail elettroniche. Ancora oggi mi chiedo chi riferì a lei dell’ accaduto.
Andrea Moiraghi

giovedì 13 giugno 2019

Pole Pole 275







                         Cap. VIII    Wamba, tra i Samburu


Un po’ spaventati da quei toni minacciosi, soprattutto mia moglie e mia figlia, ma con salvi la pelle e l’ auto, finalmente facevamo rientro in missione e mi chiedevo come avrei raccontato alle suore di quell’ incidente, di cui avevo piena colpa, ma le trovammo già a letto.

Andrea Moiraghi

venerdì 7 giugno 2019

Pole Pole 274

                       Cap. VIII    Wamba, tra i Samburu


Chi era in grado di farla scendere con il suo peso di un quintale? Mia moglie e mia figlia non mi potevano certo essere di grande aiuto.
           Dopo un primo momento di panico, decidemmo di ritornare a Meru, dove avevo appena visto una sorta di bar ancora aperto, che avrebbe fatto al caso nostro. Qui fummo circondati da una dozzina di uomini, dall’ aspetto ben poco rassicurante e confesso di aver avuto abbastanza paura, ma in dieci minuti la ruota fu sostituita. A fine lavoro, i nostri aiutanti ci fecero capire, senza mezzi termini, che volevano essere remunerati e così fummo costretti a pagarli uno per uno: due o tre avevano preso la ruota sul tetto, un’ altro l’ aveva spostata, altri due avevano rimosso quella forata, un tizio aveva girato il cric, un altro svitato i bulloni, un paio di loro caricato la vecchia ruota sul tetto e qualcuno aveva fatto assolutamente nulla. Fatto sta che alla fine ci spillarono tutti i soldi che avevamo con noi (fortunatamente non molti) e non opponemmo certo resistenza, visti i loro modi intimidatori e sentite le loro parole, che non ammettevano sicuramente sconti o patteggiamenti. Eppure in Africa tutti contrattano!

Andrea Moiraghi

giovedì 30 maggio 2019

Pole Pole 273






                          Cap. VIII    Wamba, tra i Samburu


Era ormai buio pesto e rientravamo a Nkubu, quando il fuoristrada si mise a saltellare e far rumori ritmici. Erano sintomi che ormai conoscevo e la diagnosi mi risultava elementare: foratura di gomma. Non sarebbe stato un gran lavoro cambiare una ruota e l’ avevo già fatto altre volte, ma il problema era la ruota di scorta, che si trovava sul tetto del nostro enorme fuoristrada Toyota, a due metri da terra.

Andrea Moiraghi


venerdì 24 maggio 2019

Pole Pole 272

Cap. VIII    Wamba, tra i Samburu


Elias sapeva che il suo consenso non sarebbe stato gradito a Sister Roswitta, ma la stanchezza era tanta e con la mia complicità accettò di buon grado; si fidava di me, non era la prima volta che guidavo quel mezzo.
           Lasciato il nostro autista in prossimità della sua abitazione, proseguimmo il viaggio, ma si decise di far sosta a Meru, visto che ancora quasi un’ ora ci separava dalla meta. Cenammo al Meru County Hotel, un ristorante niente di speciale e solo pulitino, ma il meglio di quella cittadina, per di più di domenica, e da là potemmo anche telefonare al Consolata Hospital per avvertire del nostro ritardo.
Andrea Moiraghi

martedì 14 maggio 2019

Pole Pole 271








                    Cap. VIII    Wamba, tra i Samburu


Infrangendo la regola delle suore, che non volevano che noi volontari guidassimo il fuoristrada, allorquando fosse disponibile un’autista della missione, proposi ad Elias di ritornare noi soli a Nkubu e lui si sarebbe potuto fermare a Meru, dove abitava. Risparmiavo a lui gli altri venti chilometri mancanti per arrivare al Consolata Hospital, gli evitavo rientrare a casa sua con mezzi di fortuna a notte fonda e lo ripagavo della fatica di sei o sette ore di guida in strade tutte buche e sassi.

Andrea Moiraghi

venerdì 10 maggio 2019

Pole Pole 270

                       Cap. VIII    Wamba, tra i Samburu


Su consiglio di Sister Giovanna Pia, facemmo rientro a Nkubu con una piccola variante rispetto al percorso di andata, cioè attraversando il Samburu Park. Avevo già visitato questo parco ricchissimo di fauna in altre occasioni, ma mai nelle serali, quando gli animali si spostano volentieri, per la temperatura più mite. Lo scenario dipinto da giraffe, elefanti, gazzelle e antilopi che si abbeveravano lungo le rive dell’ Ewaso Nyiro (il fiume del parco) nelle ore dorate del crepuscolo, ci offrì un’ ulteriore emozione in quella indimenticabile giornata e rimarrà un ricordo indelebile e nostalgico.Ma le emozioni non erano ancora finite.

Andrea Moiraghi

venerdì 3 maggio 2019

Pole Pole 269








                      Cap. VIII    Wamba, tra i Samburu


Con dispiacere ci accomiatammo dai nostri amici, portando nella mente il bellissimo ricordo di quegli incontri emozionanti con i Samburu e negli occhi le immagini del solitario villaggio di Wamba, nascosto nella savana. Non mancò la promessa di ritornare in quel luogo meraviglioso e così fu per quasi tutti gli anni a venire.
Andrea Moiraghi

venerdì 26 aprile 2019

Pole Pole 268

                     Cap. VIII    Wamba, tra i Samburu



Con il Dott. Prandoni e con Sister Giovanna Pia manteniamo comunque ottimi rapporti di amicizia e collaborazione: solo pochi mesi fa abbiamo inviato più di due quintali di latte in polvere, via container navale. Era destinato ai neonati delle tante madri HIV positive, che potrebbero contrarre la sindrome, qualora fossero allattati al seno. 
              “ It’ s better to go”. E’ meglio andare, mi suggerì Elias bussando alla nostra porta. L’autista conosceva le insidie delle strade della savana e non voleva affrontarle nel buio della notte.
Andrea Moiraghi

giovedì 18 aprile 2019

Pole Pole 267






                    Cap. VIII    Wamba, tra i Samburu


 In realtà la nostra buona volontà non ebbe mai risvolti concreti, per una serie di ragioni, fra cui l'impossibilità di alloggio nei periodi da noi prescelti e le difficoltà inerenti la strada che conduce a Wamba, compreso il reale rischio di aggressioni e rapine da parte di bande shifta. In effetti, a causa di frequenti attacchi banditeschi, con feriti e anche uccisioni, per alcuni anni la polizia sconsigliò e addirittura vietò di raggiungere Wamba in auto, obbligando a servirsi dei piccoli e costosi aerei privati che, partiti da Nairobi, atterrano sulla pista in laterite rossa a fianco dell’ ospedale, per la curiosità e la gioia degli onnipresenti bambini.

Andrea Moiraghi

venerdì 12 aprile 2019

Pole Pole 266

                          Cap. VIII    Wamba, tra i Samburu


Raccontò poi dell’ aumento delle patologie tumorali, un tempo molto più rare ed oggi inspiegabilmente in crescita, come pure del diffondersi inarrestabile dell’ Aids. Infine la conversazione si spostò sullo studio dentistico, che già esisteva all’ interno dell’ Ospedale, grazie all’ interessamento di un gruppo di dentisti bellunesi diretti dal Dott Arrigoni e che Sister GiovannaPia ci aveva fatto visitare poche ore prima. Purtroppo l’ ambulatorio rimaneva aperto soltanto alcuni giorni all’ anno, per carenza di dentisti volontari e noi dell’ APA offrimmo tutta la nostra disponibilità per affiancare i colleghi nel molto lavoro. 
Andrea Moiraghi

giovedì 4 aprile 2019

Pole Pole 265





                       Cap. VIII    Wamba, tra i Samburu


         Il Dott. Prandoni ci spiegava che molti ricoveri ospedalieri erano imputabili unicamente a denutrizione, la “malattia” più diffusa da quelle parti, soprattutto fra i bambini in crescita: era sufficiente un’ alimentazione adeguata e dopo pochi giorni i piccoli pazienti si ristabilivano. Ci parlò delle infezioni conseguenti a pratiche rituali dei Samburu, quali la circoncisione maschile e l’ infibulazione femminile, ampiamente praticate presso queste e altre tribù del Kenya. 

Andrea Moiraghi