mercoledì 19 dicembre 2018

Pole Pole 251







                    Cap. VIII   Wamba, tra i Samburu

Cos’altro ricordo della mia esperienza africana? Ricordo i neonati ricoverati nella nursery dell’ospedale di Nkubu, le ore trascorse in loro compagnia. Niente pannolini da cambiare, ma triangolini di stoffa colorata; niente biberon e tettarelle, ma solo tazze e cucchiai per imboccare i più piccoli, difficilissimo data la loro tenera età e la mia inesperienza; niente borotalco profumato, sapone ipoallergico a ph neutro ,come reclamizzano da noi; niente creme dermoprotettive per calmare i bruciori dei sederini o succhiotti per consolare i pianti improvvisi, ma soltanto l’essenziale per sopravvivere, più i sorrisi e le carezze di infermiere e suore, regalati soprattutto a chi sapevano non avere più i genitori.

Andrea Moiraghi

venerdì 14 dicembre 2018

Pole Pole 250

                        Cap. VIII    Wamba, tra i Samburu


Poi la macelleria con la carne in mostra in mezzo alle mosche (mancava ovviamente il frigorifero, perché non esisteva corrente elettrica in paese), il piccolo campo di calcio e il depuratore dell’ acqua, costruito da volontari italiani. Non c’era molto da vedere in quel villaggio sperduto, ma tutto l’ insieme creava un’ immagine molto suggestiva e assai africana. Inutile dire che alla fine le nostre “guide turistiche” giustamente pretesero una ricompensa per il loro lavoro altamente professionale e se ne andarono così caramelle, spiccioli, biro e fazzoletti di carta…. Come si poteva rifiutare un compenso, per tanta competenza?

Andrea Moiraghi

giovedì 6 dicembre 2018

Pole Pole 249






                      Cap. VIII    Wamba, tra i Samburu

Girovagando per le stradine di polvere rossa del villaggio, un nugolo di bambini e ragazzi ci seguiva. Erano cenciosi, con i loro vestiti di pelle animale e tessuti logori e stracciati; solo qualcuno con le scarpe e tutti piuttosto magrolini. Ciò nonostante erano sorridenti, apparentemente felici e orgogliosi di additarci i punti salienti di Wamba: la stazione di polizia, davanti alla quale era l’ unico fuoristrada presente nel villaggio, i piccoli negozietti bazar e un paio di brutti bar.

Andrea Moiraghi