venerdì 30 ottobre 2020

Pole Pole 347

 




                         Cap. X   Embul Bul                                                                     

Liliana e io in Etiopia avevamo capito una cosa fondamentale, e cioè che non eravamo andati in Africa a smerciare la nostra cultura di occidentali, ma eravamo lì a chiedere perdono per gli anni in cui i neri venivano strappati alle loro famiglie e deportati come schiavi al servizio assurdo di un uomo che trattava un suo simile al pari di un animale, solo perché con la pelle di un diverso colore. E anche con la voglia di dialogare fraternamente per riparare a secoli di silenzi e soprusi, e riaccendere infine la speranza in un mondo più giusto.

Andrea Moiraghi




giovedì 22 ottobre 2020

Pole Pole 346

 

                          Cap. X   Embul Bul    

Una Chiesa che non si prodigava abbastanza, un sistema occidentale che soffocava di debiti queste nazioni, lo stesso potere politico africano che non faceva niente per cambiare questo stato di cose, l’indifferenza diffusa, mi avevano da tempo allontanato dalla pratica religiosa. Ma dovevo pur riconoscere che se la vita dei derelitti in quel remoto lembo d’Africa era meno insopportabile, lo si doveva unicamente all’abnegazione e alla generosità di ardimentosi missionari.

Da secoli gli europei sono in Africa, gli africani invece solo da pochi decenni vengono in Europa a cercar fortuna. La popolazione più antica del mondo, quella che secondo gli antropologi ha dato origine alla specie umana, è oggi ridotta allo spettro di se stessa, devastata dalle malattie e dalla fame, dalla corruzione dei suoi governanti e dalle lotte tribali.

Andrea Moiraghi

mercoledì 14 ottobre 2020

Pole Pole 345



 

                          Cap. X   Embul Bul                                                                                 

I novemila bambini che ogni giorno, secondo l’UNICEF, muoiono in Africa per denutrizione, non possono e non devono farci dimenticare che Dio è nei loro volti, nei loro miseri destini, e che le lacrime dei loro padri e delle loro madri sono le stesse lacrime con cui noi piangiamo le nostre sventure, la scomparsa dei nostri cari. Quelle vite sono concrete e irripetibili, sono persone non diverse da ciascuno di noi, preda di sofferenze indicibili, costrette a vivere e a morire al precario riparo di baracche prive di servizi igienici, di acqua e luce. Vittime di un’ingiustizia inaccettabile.

Andrea Moiraghi

giovedì 8 ottobre 2020

Pole Pole 342

 

                          Cap. X   Embul Bul       

Qualche tempo dopo, Liliana  mi annunciò il desiderio di dedicare la sua vita ai poveri. Rimasi colpito ma non sorpreso, perché anch’io fui sul punto di abbandonare tutto e ripartire per l’Africa. Ma non lo feci. Un missionario comboniano mi rincuorò dicendomi che potevo essere utile ai poveri anche in altri modi. Aveva ragione.

Allora ero distante dal mondo della Chiesa, che mi sembrava immemore della fratellanza predicata e insegnata da Cristo, in una società che schiaccia i poveri, dove i poveri non hanno voce, dove la ricchezza è un valore assoluto. “Figli assassini di un Dio che uccide”; così un biblista americano aveva definito quei cattolici che consideravano la guerra igiene del mondo, o quelli per i quali la scomparsa di anziani, donne e bambini è una questione che non li riguarda, un qualcosa di ineluttabile, una semplice fatalità.  


Andrea Moiraghi                         

venerdì 2 ottobre 2020

Pole Pole 341




                         Cap. X   Embul Bul                                                                      

Ci siamo commossi insieme davanti a una povertà assoluta, impotenti testimoni di una realtà dura, inimmaginabile. Rimasi a Shashamane più di un mese. Liliana aveva lavorato al dispensario con le missionarie Cappuccine di Madre Rubatto, una congregazione abbastanza recente che operava in Italia, in Africa e in Sudamerica. Quell’umanità piegata dalla miseria, le mosche sul viso sporco dei bambini di Casaciullo, le piaghe dei lebbrosi di Gambo, cambiarono la nostra esistenza. Al ritorno in Italia capimmo che il nostro destino era segnato per sempre. 

Andrea Moiraghi