giovedì 25 novembre 2021

Pole Pole 400


 

                      Cap. XI    La mia casa è lo “slum”

Impossibile darsi una ragione o trovare una spiegazione logica a quanto si era visto, udito, toccato, annusato. Ancora non avevo conosciuto Padre Malley e quella sua frase che sempre mi accompagnerà quando ripenserò e rivedrò immagini come quelle: “E’ inutile, Andrea, qui in Africa certe realtà rientrano in un disegno che dal solo punto vista umano ti risulteranno sempre incomprensibili”. 

Andrea Moiraghi

giovedì 18 novembre 2021

Pole Pole 399

 


                         Cap. XI    La mia casa è lo “slum”

Si andava a rilento: il traffico era intenso e la nostra auto, un vecchio furgone Wolkswagen assemblato alla buona, con motore giapponese e radiatore di una Mercedes, non poteva correre più di tanto, anche perché dopo pochi metri si era guastato e poteva proseguire solo in prima marcia. E meglio così, perché anche a freni non sembrava ben dotato. Né io né la mia collega avevamo voglia di parlare, supposto che ci saremmo capiti, sentendo il fracasso all’ interno di quel taxi anteguerra.


Andrea Moiraghi

giovedì 11 novembre 2021

Pole Pole 398

 




                           Cap. XI    La mia casa è lo “slum”

Sopraggiungeva la sera e ci accomiatavamo dalle nostre accompagnatrici e dal folto gruppo di bambini che si erano uniti a noi e a Sami, che si atteggiava ormai a loro capogruppo. Con Rita facevo rientro in taxi (ovviamente abusivo) al Flora Hotel, dove ci aspettavano Dino e una sua collaboratrice di studio, con i quali il giorno seguente saremmo partiti per Nkubu.

Andrea Moiraghi

venerdì 5 novembre 2021

Pole Pole 397

 


                   Cap. XI    La mia casa è lo “slum”

            All’ improvviso udimmo le urla disperate di un bambina piangente, che poi vedemmo correre all’ impazzata, rincorsa a breve distanza da una ragazza più grande (la sorella, mi riferirono poi) che cercava di malmenarla e percuoterla con un bastone di legno o forse con una spranga di ferro. Spintonandoci violentemente, tutte e due passarono di corsa davanti a noi, mentre la gente gridava e sbucava da ogni dove, rendendo l’ evento drammatico e per me carico di ansia e paura. Temetti il peggio, ma le vidi poi entrare in una baracca al fondo del viottolo e l’ alterco in un attimo si ricompose, lasciando il posto a un silenzio incerto.


Andrea Moiraghi