Cap. VIII Wamba, tra i Samburu
Poi la macelleria con la carne in mostra
in mezzo alle mosche (mancava ovviamente il frigorifero, perché non esisteva
corrente elettrica in paese), il piccolo campo di calcio e il depuratore dell’
acqua, costruito da volontari italiani. Non c’era molto da vedere in quel
villaggio sperduto, ma tutto l’ insieme creava un’ immagine molto suggestiva e
assai africana. Inutile dire che alla fine le nostre “guide turistiche”
giustamente pretesero una ricompensa per il loro lavoro altamente professionale
e se ne andarono così caramelle, spiccioli, biro e fazzoletti di carta…. Come
si poteva rifiutare un compenso, per tanta competenza?
Andrea Moiraghi
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